Un pacemaker svolge due funzioni differenti. Per prima cosa, tiene costantemente sotto osservazione il ritmo cardiaco al fine di rilevare eventuali aritmie (rilevamento). Quando i battiti sono troppo lenti, il pacemaker stimola il muscolo cardiaco inviando segnali elettrici che ne correggono il ritmo rallentato (stimolazione). In altre parole, il pacemaker “rileva” continuamente il ritmo cardiaco, ma “stimola” il cuore solo in caso di necessità.
I pacemaker sono dotati di funzioni aggiuntive per ottimizzare il ritmo cardiaco. Una di queste è la funzione di sensore (la cosiddetta “rate response”, risposta in frequenza). Un sensore rileva l’attività fisica (tramite il movimento del corpo, la frequenza respiratoria o la contrattilità cardiaca) ed è sulla base di questo elemento che il pacemaker aumenta la frequenza cardiaca in caso di necessità (ad es. durante lo svolgimento di attività motorie).
Il pacemaker è costituito da due parti:
Il generatore di impulsi: una piccola custodia in metallo che contiene la batteria del dispositivo e il circuito elettrico preposto alla rilevazione dei battiti del cuore e alla generazione dei segnali elettrici.
I cateteri sono sottili cavi isolati che collegano il generatore di impulsi a una camera cardiaca. I cateteri vengono impiantati per via intravenosa nel torace, sotto la clavicola e posizionati nelle camere cardiache. Gli elettrodi rilasciano i segnali elettrici alla camera che il pacemaker “stimola”, controllando la frequenza cardiaca. Inoltre, “rilevano” l’attività elettrica del cuore, reinviando tali informazioni al generatore di impulsi.